ROMA – 11-6-2025 – Si avvicina il grande giorno: esattamente tra una settimana, mercoledì 18 giugno alle ore 8:30, oltre 524 mila studenti italiani – tra interni ed esterni – affronteranno la prima prova scritta dell’Esame di Stato 2025, il classico tema di italiano, che aprirà ufficialmente il periodo della Maturità.
Un momento di passaggio, rito di iniziazione civile e culturale per generazioni di italiani, che quest’anno torna sotto i riflettori anche per un importante cambiamento: dal 2026 l’esame tornerà a chiamarsi “Maturità”, come annunciato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. "L’obiettivo è dare valore non solo agli apprendimenti, ma al percorso di crescita dello studente", ha spiegato il ministro, annunciando una riforma che dovrà però passare dal Parlamento.
Dopo il tema di italiano, giovedì 19 giugno si svolgerà la seconda prova scritta, differenziata per ogni indirizzo di studio: Latino per il Classico, Matematica allo Scientifico, Lingua straniera al Linguistico, e così via. Anche per tecnici e professionali la prova verterà sulle materie caratterizzanti, come enogastronomia o elettronica.
Gli esami orali inizieranno a partire dalla settimana successiva, con calendario stabilito da ciascuna scuola. Il colloquio sarà valutato fino a 20 punti, e si preannuncia come un momento cruciale, più centrato sulla capacità di argomentare, rielaborare e collegare contenuti in chiave critica e interdisciplinare.
Come ogni anno, la sicurezza è al centro dell’organizzazione. Le tracce delle prove saranno trasmesse tramite “plico telematico”, un sistema blindato che coinvolge anche le Forze dell’ordine per evitare fughe di notizie o manomissioni. Solo studenti detenuti, ricoverati o con esigenze particolari riceveranno il plico cartaceo.
Vietatissimi i dispositivi elettronici: smartphone, smartwatch, tablet e qualsiasi strumento che possa connettersi alla rete sono banditi. Le sanzioni per chi copia o imbroglia sono severe, fino all'annullamento dell’esame. Non è solo una questione scolastica: la legge 475 del 1925 punisce la falsa attribuzione di elaborati con pene fino a un anno di reclusione.
Durante il primo scritto, gli studenti potranno usare il dizionario di italiano, mentre per la seconda prova saranno ammessi materiali coerenti con le materie affrontate: vocabolari di latino o stranieri, calcolatrici scientifiche (ma solo se autorizzate), strumenti di disegno tecnico per indirizzi artistici o professionali.
Un’attenzione particolare è rivolta anche all’ambiente in cui si svolgono le prove: i locali devono essere sicuri, agibili, igienici e adeguati a ridurre la pressione psicologica sugli studenti. In caso contrario, le scuole devono trovare sedi alternative idonee, anche in altri istituti.
Per accedere agli esami, servono almeno la sufficienza in tutte le materie, un voto di condotta pari o superiore a 6/10, la partecipazione alle prove Invalsi e l’avvenuta conclusione dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO). Da quest’anno, la condotta inciderà anche sul voto finale: solo chi avrà ottenuto almeno 9/10 potrà ambire al massimo punteggio.
Nel 2024 il 99,8% degli studenti ha superato l’esame, e il 96,3% è stato ammesso a sostenerlo. I 100 e lode sono stati il 2,6%, con picchi in Calabria, Puglia e Sicilia.
Dietro ogni banco ci sarà un ragazzo o una ragazza che affronta non solo una serie di prove, ma anche se stesso: le emozioni, le incertezze, la voglia di farcela. Per alcuni sarà solo un rito da superare, per altri il primo vero esame della vita. Il colloquio finale, in particolare, sarà l’occasione per dimostrare competenze, pensiero critico e maturità personale. E se è vero che una percentuale ancora troppo alta di diplomati non raggiunge i livelli minimi richiesti, è altrettanto vero che l’Esame resta un momento di sintesi tra scuola e futuro. In bocca al lupo, maturandi: che sia l’inizio di un lungo viaggio.
Foto di Ben Mullins su Unsplash


